FAQ Risposta alle vostre domande
Da un insieme di fattori che durante tutto il percorso, dalla scelta delle olive al giusto grado di maturazione, dal tipo di estrazione fino alle modalità di stoccaggio dell’olio ottenuto, contribuiscono a determinare la qualità dello stesso.
Per ottenere un buon olio è indispensabile quindi partire da una materia prima di elevata qualità: l’oliva.
Il consumatore che volesse verificare personalmente le caratteristiche di un olio, dovrebbe prima di tutto essere attento al profumo: qui sono concentrate quasi tutte le più importanti informazioni.
Per individuarle, versate una piccola quantità di olio in un bicchierino con la base più larga dell’apertura (o in un cucchiaio ); riscaldatelo per un minuto col palmo della mano e annusate.
Il primo odore che emana un olio di qualità è il “fruttato”:
lo stesso che si ottiene schiacciando un’oliva fresca tra le dita. Successivamente si procederà all’assaggio vero e proprio mettendo un po’ d’olio tra denti e labbra e, a denti chiusi aspirando con decisione per “vaporizzare” il condimento in bocca.
In questo modo oltre al fruttato si potranno avvertire molti aromi gradevoli, a seconda della varietà di olive e del tipo di lavorazione. Gli oli più pregiati, prodotti con olive acerbe e appena colte, hanno uno spiccato sapore “intenso”; quelli nati da frutti più maturi un sapore più dolce, detto “delicato”.
I più comuni difetti possono essere dovuti a un cattivo raccolto, a errori di lavorazione.
Se le olive sono state tenute ammassate a lungo prima della spremitura si avrà il sapore di “riscaldato”, e se l’olio ha già cominciato ad alterarsi, quello di “rancido”.
Un cattivo olio può persino sapere di “muffa”o di “metallo” e l’assenza di sapori o di aromi è già un grave difetto.
E’ un’affermazione che non ha alcun significato perché tutti gli oli provengono da una “prima ed unica” spremitura.
Proprio grazie alla presenza di acidi grassi più stabili di quelli presenti negli oli di semi, l’olio extra vergine di oliva è l’ideale per le fritture.
Infatti la temperatura critica dell’olio extra vergine di oliva (il punto di fumo) è nettamente superiore alla temperatura abituale di frittura degli alimenti.
Gli altri grassi come il burro, le margarine ed i più comuni oli di semi, hanno una temperatura critica sensibilmente più bassa e durante la frittura portano alla formazione di acroleina e di altri derivati di ossidazione dannosi alla salute.
E’ la percentuale di acidi grassi liberi presenti nell’olio ed indica la maggior o minore degradazione delle olive da cui è ottenuto, tanto è minore tanto più le olive erano in buono stato.
L’acidità dell’olio non è percepibile al gusto ma può essere misurata solo con un’analisi chimica.
Non è quindi da confondere il pizzicore tipico do oli freschi e sani con l’elevata acidità.
Sono delle sostanze antiossidanti che al pari ed anche più della vitamina E, rallentano l’ossidazione ovvero l’invecchiamento delle cellule del nostro organismo.
Hanno un sapore leggermente amaro e pungente che caratterizza gli oli di elevata qualità, sono distribuiti in larga misura in natura oltre che nell’olio, nella frutta e specialmente nella buccia dell’uva dove sono responsabili anche della sua colorazione.
Vocabolo che definisce la varietà di una pianta di olivo della specie Olea Europea.
Và conservato al riparo dalla luce, al fresco e soprattutto “ben tappato”.
In alcuni casi l’olio imbottigliato” non filtrato”, con le escursioni termiche durante lo stoccaggio sedimenta sul fondo in modo abbastanza compatto.
Il prodotto non presenta alcun problema.
E’ il metodo di verifica della qualità dell’olio basato sul punteggio espresso da una commissione di assaggiatori.
In pratica vengono selezionati, con prove di determinazione delle soglie personali di sensibilità, 10 assaggiatori allenati all’apprezzamento delle caratteristiche gustative degli oli vergini.
In base ad una scheda guida, gli assaggiatori, in modo separato ed autonomo, accertano la presenza e l’intensità della sensazione di base ed in funzione di queste individuano una scala di punteggio predisposta con valori da 1 a 9 la valutazione numerica più appropriata; viene poi fatta la media dei punteggi dati da ogni assaggiatore e, se il calcolo dell’errore sulla media ne ammette l’affidabilità, il valore medio costituisce la valutazione numerica delle caratteristiche organolettiche dell’olio.
Bisogna consumare l’olio entro 18 mesi dalla data di imbottigliamento indicata sull’etichetta.
Nel periodo successivo non diventa dannoso ma si degrada dal punto di vista organolettico e nutrizionale.
L’intensità del colore dell’olio non indica una maggiore genuinità in quanto la densità ed il colore variano al variare della zona di produzione, della varietà e del grado di maturazione delle olive
L’olio Extra Vergine di oliva si differenzia dall’olio di semi oltre che per il metodo di estrazione, anche per le proprietà nutrizionali, antiossidanti e salutari in quanto deriva direttamente da un frutto.
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